I nostri valori
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Amigdala è convinta che una buona organizzazione culturale sia quella che crea progetti di valore in un clima gioioso.
L'équipe di Amigdala basa il proprio operato su alcuni valori condivisi, che rispecchiano anche il modello etico che l’organizzazione propone verso l’esterno. Questi valori sono fortemente connessi tra loro e nell’insieme costituiscono una mappa di navigazione per il nostro fare quotidiano:
La pratica femminista che le compagne di Amigdala mettono in atto quotidianamente non ha a che fare solo con la presenza femminile maggioritaria all’interno del gruppo, ma costituisce una base fondante dei valori in cui ci riconosciamo come gruppo, insieme all’antifascismo. La nostra pratica femminista e antifascista include: l’eliminazione di qualsiasi forma di razzismo, sessismo, abilismo o classismo; l’urgenza di lasciare a ciascuna la responsabilità e il diritto di parlare con la propria voce; le pratiche di cura - per le altre, per i progetti, per lo spazio che condividiamo - come atti politici fondamentali; il valore dell’agire collettivamente piuttosto che individualmente; l’interdipendenza come principio cardine che governa il nostro operare; l’importanza di tenere sempre al centro del nostro fare la libertà e il desiderio di ciascuna di noi; l’ecologia delle relazioni e delle risorse; il rispetto per il nostro diritto a disconnetterci da Amigdala e salvaguardare le nostre vite private.
Sosteniamo e pratichiamo modelli di lavoro collaborativi, in cui il gruppo opera come comunità di apprendimento aperta e trasversale. Crediamo nell’intelligenza collettiva e nella possibilità di imparare le une dalle altre. Ci fidiamo delle competenze specifiche di ognuna di noi e celebriamo ciascuno dei nostri talenti, ma sappiamo anche che Amigdala è un organismo interdipendente in cui il lavoro di ciascuna è strettamente connesso a quello delle altre e in cui ogni punto di vista va integrato in un contesto condiviso. Diamo valore e spazio a ciascuna delle nostre voci e allo stesso tempo ci impegniamo per rispettare competenze, ambiti disciplinari e saperi delle altre. La nostra cultura collaborativa prende forma attraverso la
Siamo in grado di rispondere del nostro lavoro al resto del gruppo e rendere conto di come stiamo portando avanti un progetto di cui siamo referenti o di cui abbiamo la responsabilità. È compito nostro aggiornare le compagne e tenerle informate sull’andamento del lavoro; non ci sottraiamo al confronto quando richiesto. Prendiamo il nostro lavoro sul serio e portiamo a termine gli impegni che ci siamo assunte nei tempi concordati, e allo stesso tempo tuteliamo il diritto - nostro e delle colleghe - a non lavorare nel tempo libero, a essere disconnesse da Amigdala, a salvaguardare degli spazi per il benessere personale.
In Amigdala condividiamo un modello chiaro per prendere le decisioni che valorizza sia l’autonomia di ciascuna sia l’importanza della condivisione, con mandati decisionali precisi per ciascun gruppo di lavoro e ruolo. Per le decisioni importanti (che non sono reversibili e che hanno conseguenze rilevanti) chiediamo consiglio o convochiamo una decisione consensuale in plenaria. Invece, negli ambiti nei quali abbiamo il mandato di prendere decisioni autonome portiamo avanti il motto “meglio chiedere scusa che chiedere il permesso” e ci prendiamo la responsabilità di agire in autonomia. L’ecosistema di Amigdala è anti-gerarchico e anti-patriarcale e al contempo in grado di supportare e far crescere le persone più giovani e/o con meno esperienza. Siamo autonome nella definizione dei nostri orari di lavoro, compatibilmente con le necessità del team e le attività previste. Ci impegniamo a essere presenti in sede quando necessario o comunque a garantire una presenza costante per quanto non quotidiana.
Amigdala è un’impresa fondata sull’entusiasmo e sulla passione di ciascuna di noi e al contempo il suo stato di salute è responsabilità di tutte in modo trasversale, per quanto con intensità differenti in base al tempo lavorativo che le dedichiamo. Amigdala dà valore e spazio ai desideri di tutte come motore fondamentale del nostro agire. Siamo avventurose e utopiche, a volte sfrontate e insolenti, ma anche scrupolose e premurose. Siamo generose con le proposte, le idee, le intuizioni e non abbiamo timore ad esporci, a proporre cambiamenti, a trovare le soluzioni migliori per il problema che ci troviamo ad affrontare. Costruiamo tutte assieme un clima in cui ciascuna si senta libera di esprimere la propria opinione o prendere l’iniziativa. Se vediamo qualcosa che non funziona, non diamo per scontato che il problema sarà affrontato da qualcun’altra, ma ci spendiamo in prima persona per risolverlo.
Ognuna di noi ha il diritto di autodeterminare le proprie scelte in un contesto di interdipendenza reciproca, in cui siamo consapevoli che le nostre decisioni hanno un’influenza sulle altre o sul gruppo nel suo complesso. Consapevoli che la libertà trova un limite nelle conseguenze che le nostre azioni hanno sulle altre persone, scegliamo la postura etica di una “libertà individuale responsabile” in cui si dà spazio alla volontà personale ma al contempo si pone attenzione all’ascolto delle altre. Il senso del limite che ciascuna di noi è chiamata a mettere in campo è la percezione del proprio posizionamento, la fiducia nei propri e altrui talenti ma anche la consapevolezza delle proprie e altrui fragilità. Interpretiamo la libertà all’autodeterminazione come un diritto irrinunciabile di ciascuna di noi, e il limite come un campo dinamico dentro al quale esistono infinite possibilità creative.
Pratichiamo la sorellanza intesa come l’attenzione a essere di supporto le une per le altre, a curarci le une delle altre, a fare il possibile per non mettere in difficoltà una collega o il resto del gruppo. Prestiamo attenzione agli equilibri dei carichi di lavoro, distribuendoli equamente e supportando chi in un dato periodo è troppo oberata. Siamo consapevoli del fatto che il nostro modo di agire può nuocere alle altre, soprattutto quando non rispettiamo gli impegni che ci siamo assunte o quando non comunichiamo con trasparenza. Sappiamo che anche l’ascolto, così come la condivisione dei lavori di cura quotidiani, possono essere pratiche di sorellanza e non temiamo il potere, i talenti, le capacità delle compagne perché lavoriamo in ottica condivisa e non competitiva.
Ci impegniamo a mettere in atto le forme della comunicazione-non-violenta in ogni nostro scambio. Riconosciamo l'assertività come una sana modalità di comunicazione che ci mette al riparo sia dall'aggressività passiva sia dalla prepotenza. Ci sforziamo di dedicare il giusto spazio alla comunicazione, scegliendo con cura il contesto e il mezzo con il quale comunicare un determinato contenuto. Ci impegniamo a praticare un ascolto profondo e consapevole, che ci conduca in uno stato di attenzione verso di sé e verso le altre.
In Amigdala aspiriamo alla cura come parametro qualitativo per il nostro lavoro e per le nostre relazioni, in tutti gli ambiti in cui operiamo. La cura delle relazioni tra di noi e con le persone che coinvolgiamo, la cura per i luoghi che attraversiamo o abitiamo, la cura dei processi artistici e dei loro esiti. Prendersi cura di (caring for), interessarsi a (caring about), prendersi cura con (caring with) sono tre declinazioni della cura che teniamo sempre presenti, come modelli politici radicali contro l’individualismo neoliberista. L’antico motto del “fare le cose per bene” per noi si traduce nel mettere in atto una comunità di cura “indiscriminata e promiscua”, potente e gentile al tempo stesso.
ph Antonio Arte, performance KIN di Collettivo Amigdala, Napoli, nell'ambito di Maggio dei Monumenti a cura di Teatringestazione, 2023
Se esporsi è una responsabilità di ciascuna, sbagliare è un diritto di tutte. Guardiamo ai nostri fallimenti come a un humus generativo per il futuro e li valorizziamo come individuale e sistemico. Vogliamo che Amigdala sia un ambiente in cui le persone si sentono libere, sicure e incoraggiate a riconoscere e celebrare i propri errori, anche grazie ai feedback come strumento essenziale di retrospettiva e di consolidamento della fiducia reciproca. Curiamo il contesto nel quale dare e ricevere feedback e ci assicuriamo di avere il consenso dell’altra persona prima di darle un feedback sul suo lavoro. Distinguiamo tra feedback e consigli non richiesti. Diamo valore alla capacità di ascoltare il feedback delle colleghe, anche se negativo, e allo stesso tempo ci prendiamo la responsabilità di dare i nostri feedback alle altre, anche quando negativi, con rispetto e dignità.
Pratichiamo la trasparenza nelle relazioni personali e nei processi di lavoro. Affrontiamo le questioni spinose come le gerarchie e il potere impliciti nel gruppo e gli aspetti economici con consapevolezza della loro delicatezza ma senza vergogna. di un problema o di un disagio, prima che diventi troppo grande per essere affrontato. Poniamo la fiducia alla base del nostro modello relazionale.